Team ObiettivoZero
Crediamo nella cultura del risparmio energetico, nell'utilizzo di fonti rinnovabili che siano in grado di sostituirsi per semplicità ed efficienza agli idrocarburi.
Libera la tua energia con noi.
Cosa sono?
I biocarburanti sono combustibili ottenuti dalle biomasse e rappresentano una valida alternativa ai combustibili fossili.
Si parla di fonti rinnovabili, poiché la loro produzione si basa su materie prime che riescono a rigenerarsi in breve tempo.
Attualmente, la maggior parte di biocarburanti presenti sul mercato deriva da fonti vegetali e spesso vengono impiegati come carburanti per il trasporto.
Gli unici due requisiti per cui un biocarburante possa definirsi tale sono, la presenza di anidride carbonica, elemento presente all’inizio del processo che viene fissato da un organismo vivente, e le tempistiche di produzione del combustibile finale, che devono avvenire in breve tempo.
Come funzionano?
I biocarburanti rappresentano al momento la risposta più concreta alla riduzione delle emissioni di CO2 derivanti dal settore trasporti. Ad oggi, sono giunti alla 4° generazione, ma vediamo nel dettaglio le differenze esistenti tra le diverse generazioni.
# Prima generazione: sono quelli che possono contare su colture alimentari come materia prima. Mais, soia, palma e canna da zucchero sono tutte fonti facilmente accessibili di zuccheri, amidi e oli.
La loro produzione su larga scala ha però come effetto collaterale quello di generare squilibri nel mercato (perdite di energia al netto delle emissioni di gas serra ed un aumento dei prezzi dei prodotti alimentari).
# Seconda generazione: la produzione di biocarburanti di seconda generazione utilizza delle tecniche che non comportano alcuna sottrazione di terreno agricolo per fini alimentari o cambi di destinazione agricola. L’obiettivo è di estendere la quantità di biocombustibile che può essere prodotta in modo sostenibile.
# Terza generazione: il settore di ricerca principale nei biocarburanti di terza generazione si caratterizza per l’impiego di microalghe, ovvero di specie vegetali che crescono in maniera spontanea nelle acque reflue.
# Quarta generazione: l'intento della ricerca per i carburanti di quarta generazione è quello di modificare il genoma di alcuni microrganismi al fine di trasformare acqua, zucchero e anidride carbonica direttamente in biocarburanti.
Quali i vantaggi?
Poiché si tratta di fonti energetiche rinnovabili, presentano indubbiamente un basso impatto ambientale e potranno ridurre la dipendenza dai combustibili fossili, visto che si stanno rapidamente esaurendo.
Data la loro origine non fossile, sono meno nocivi per l’ambiente, in quanto l’anidride carbonica emessa durante la combustione è uguale a quella assorbita nel processo di produzione agricola; quindi contribuiscono al rispetto degli impegni assunti in materia di cambiamenti climatici (Protocollo di Kyoto).
Sul mercato odierno, il costo del normale gasolio o della sua versione “bio” è pressoché identico, ma da un’ analisi costi-benefici derivante da un loro utilizzo, i biocarburanti si rivelano più puliti e la loro combustione produce meno inquinanti.
L’Unione europea punta sulle fonti rinnovabili
La strategia comunitaria di lotta ai cambiamenti climatici prevede la stabilizzazione del livello delle emissioni di gas ad effetto serra nel prossimo decennio ed una loro riduzione del 40% entro il 2030.
Il nuovo quadro normativo “Clean energy for all europeans”, rafforzato dalla nuova Direttiva (UE) sull’efficienza energetica 2018/844 del 30 maggio, prevede di portare le energie rinnovabili a coprire il 32% del consumo energetico lordo dell’Ue e di arrivare ad un risparmio di energia del 32,5% da efficienza energetica.
La nuova normativa europea, in relazione all'utilizzo dei biocarburanti, ha stabilito che questi dovranno coprire il 14% dei consumi energetici derivanti dal settore dei trasporti entro il 2030.
I nuovi obiettivi dovranno però essere rivisti entro il 2023 e potranno essere solamente innalzati, non abbassati.