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Le fibre di lino sono state prima accorpate con una schiuma di PLA (un polimero dell’acido lattico, anche questo biologico), e successivamente i vari strati sono stati saldati l’uno con l’altro grazie a una bioresina.
Arriva dalla Eindhoven University of Technology il primo ponte al mondo realizzato esclusivamente con biomateriali: i protagonisti sono canapa e fibra di lino. Per sviluppare questo nuovo materiale composito che promette di arricchire il panorama della bioarchitettura, le fibre di lino sono state prima accorpate con una schiuma di PLA (un polimero dell’acido lattico, dunque anche questo biologico), e successivamente i vari strati di lino e canapa sono stati saldati l’uno con l’altro grazie a una bioresina.
I ricercatori del progetto hanno quindi dato vita ad un ponte con campata di 14 metri, che adesso è in fase di test. Bisognerà infatti valutare le capacità di resistenza, anche sul lungo termine, di questo biomateriale. La speranza è che si riveli adatto ad altri e più estensivi impieghi in architettura, sostituendo almeno in parte cemento e acciaio. Alla fase di assemblaggio hanno partecipato studenti di diverse università e scuole della zona.
“Ci sono stati in precedenza diversi progetti di edilizia con biomateriali, ma mai prima d’ora si era arrivati a strutture portanti interamente realizzate con biomateriali – spiega Rijk Blok, a capo del progetto – Attraverso questo esperimento speriamo di imparare molto sul comportamento di questo materiale composito nel lungo periodo”.
Il primo passo è andato a buon fine. Gli stress test di laboratorio hanno confermato che la struttura può reggere un carico di 500 kg per metro quadro. Era la soglia necessaria per ottenere il via libera dalle autorità di Eindhoven e passare alla fase due. E cioè collocare il ponte in città e aprirlo alla cittadinanza: saranno gli olandesi a testarne la resistenza. Un sistema di sensori montati sul ponte ne registrano le performance e, tra un anno, daranno il loro responso accogliendolo o meno tra le innovazioni della bioarchitettura.
“L’uso di biomateriali compositi nell’edilizia riduce la nostra dipendenza da risorse fossili finite e ci porta un passo più vicini ad un’economia circolare, in cui sia i prodotti che le risorse vengono riutilizzate – commenta Blok – Nel tempo, mi aspetto di vedere un impiego crescente di questi materiali nei nostri edifici”.